giovedì 30 aprile 2009

Un giorno da Leone

Vent'anni fa se ne andava un grande Regista.

mercoledì 29 aprile 2009

Get Well Soon & Dear Reader

Get Well Soon

Dear Reader

Auditorium S. Francesco - Castelfidardo.

Consigliati? Di più.

martedì 28 aprile 2009

Cinequiz 16


Scusate il ritardo.

lunedì 27 aprile 2009

Emersioni Festival 4

Experimental Dental School


Thermos - Ancona

giovedì 23 aprile 2009

Esdem

Realtà della mia zona pubblicano il loro primo album dal titolo "You can't talk about indie-rock" e solo per questo gli si vuole bene. Se non fosse poi che il disco suona come una via di mezzo tra i primi Sigur Ros e gli ultimi Radiohead allora è tutto più facile.
Una prima prova intensa e coraggiosa.
Qualcosa mi dice che forse li troveremo tra le pagine di Rumore.....
Ascoltateli ne vale la pena.

mercoledì 22 aprile 2009

Power

Disatro ad Hollywood è l'ultimo film di Barry Levinson, regista di Rain Man, Sesso e Potere. Racconta una settimana a dir poco disastrosa di un potente produttore cinematografico, interpretata da un Robert De Niro in splendida forma. Un cast ottimo formato da John Turturro, Stanley Tucci, Bruce Wills, Sean Pean per un film cinico e divertentissimo che racconta il "dietro le quinte" di Hollywood.

martedì 21 aprile 2009

Cinequiz 15

Ricapitoliamo:
Domenica: Spino
Lunedi: Tob Waylan . Ultimo arrivato ma primo della settimana, ha iniziato ieri con un frame bastardissimo!
Martedì: Tocca a me.
Mercoledi: L'assurdoCinequizeognicosacheglipassaperlatesta di quel pazzo di Eazye
Giovedì (credo): La mia ultima scoperta ovvero Il Recidivo.
Tra un pò la settimana non basta più.

Torniamo a noi.
Stavolta sono stato bastardo anche io.
Credo.

lunedì 20 aprile 2009

Emersioni Festival 3

Mi Ami




Thermos - Ancona

venerdì 17 aprile 2009

Emersioni Festival 2

Capillary Action


The U.S.A. is a Monster






Thermos - Ancona-

giovedì 16 aprile 2009

Non è un paese per vecchi

Di Cormac McCarthy
Anno:2006

Sceriffo, come mai ha permesso che in questa contea il crimine le sfuggisse di mano fino a questo punto? A me sembrava una domanda giusta, tutto sommato. Forse lo era. Comunque le ho risposto dicendo: I guai cominciano quando si inizia a passare sopra alla maleducazione. Quando non si sente più dire Grazie e Per favore, vuol dire che la fine è vicina. Le ho detto: E' una cosa che va a toccare ogni strato sociale. L'ha sentita questa espressione, no? Ogni strato sociale. Alla fine si arriva a quella sorta di crollo dell'etica mercantile che lascia la gente morta ammazzata in mezzo al deserto dentro una macchina, e allora è troppo tardi.

Secco, asciutto, avvincente e spietato. Da leggere tutto d'un fiato.
McCarthy può essere paragonato per stile e capacità narrativa ad Hemingway.

mercoledì 15 aprile 2009

AppleArt

Per lei.
Per lui.Anzi per me.
Come al solito non mi sono inventato niente.

martedì 14 aprile 2009

Cinequiz 14

La pasquezza mi rende più buono...

lunedì 13 aprile 2009

Emersioni Festival 1

Zen Circus


Thermos - Ancona

giovedì 9 aprile 2009

La Terra Trema

Ho preferito il silenzio. Ora utilizzo le parole di qualcun'altro.
Il ricordo del 1997 è ritornato in un attimo.


TEMPERA
(L'Aquila) - Sono tutti morti. Anche i vivi. I cadaveri sono stati coperti con un velo e i vivi sono stati svelati. Sono cadute le pareti delle loro case e chiunque può frugare nella loro intimità. Attraverso una finestra si sbircia come voyeur, ma quando sono le mura a non esserci più, allora si smette di spiare. Si condivide. Si scorgono bagni e boiler, accappatoi, uccelli impagliati, televisori a schermo piatto, quadri, collage di fotografie di fidanzati, stampanti di computer, bottiglie di plastica. Basta solo arrampicarsi lungo le stradine del centro storico dell'Aquila. Incustodite e deserte.

Tutto è incustodito e deserto. Tutti possono vedere e fare tutto. Per poi scoprire troppo presto che non si può fare niente. Solo guardare dentro le case. Squassate in sezione, come certe vecchie case delle bambole. Come in una delle immagini più famose di "Germania anno zero". Le case dell'Aquila sono case di Barbie, ma tutte ricoperte di un sottile velo di polvere. Un'imbalsamazione degli oggetti. Che li invecchia di colpo. Mentre, poche ore fa, viveva tutto. Viveva dentro i sorrisi e dentro le parole che, in un attimo, sono state annientate. Per questo è tutto morto. Perché nessuno parla, nessuno ride, e anche i pianti sono brevi e improvvisi, a volume ridotto, appartati e composti. Sono pianti di una gente orgogliosa che, questa è l'impressione, non è abituata a piangere. Dal momento che anche il pianto sa essere una forma di spettacolo, ma lo spettacolo è un repertorio che appare del tutto estraneo alla dignità di queste persone.

I vivi non hanno più niente. Non hanno le case, ma, soprattutto, non hanno l'interno delle loro case, non possono più afferrare quella visione d'insieme fatta d'oggetti, odori, che compongono la vita e la quotidianità. Non hanno i punti di riferimento minimi che attrezzano gli individui per la sopravvivenza al dolore. Hanno solo i morti. Anche per questo sono morti. E hanno un fiume indefinito d'estranei che si aggira per la loro città. Perlopiù in divisa. E anche questi estranei, eroici e tenaci, sembrano muoversi in una sorta di lutto attivo. Ma sempre di lutto. Mentre gli abitanti, nella loro sovrumana compostezza, sembrano attraversati da una forma dolorosa ancora sconosciuta. Un lutto freddo. Che incute un rispetto assoluto. E nessuno, neanche per sbaglio, si sogna di tradire il rispetto per il loro lutto. Una famiglia piange davanti alla casa dello studente e le televisioni vincono l'irresistibile tentazione. Li lasciano in pace.

Una delle ragazze più belle viste negli ultimi dieci anni attraversa un gruppo di almeno cinquanta giovani in divisa. Nessuno commenta. Nessuno solleva uno sguardo di troppo su di lei. Ciascuno ha ritrovato il rispetto e la dignità. Nell'orgia del dolore, il mondo va come dovrebbe andare.

E poi regna la paura, perché niente è finito e tutto è solo cominciato. Tutti i pensieri, anche quelli più elementari, sono violentati dalle scosse d'assestamento. La paura e il dolore, uniti e inscindibili, formano un'unica entità. Un'entità insopportabile. Che congela questo lutto, per farsi cosa attonita, ed impressionante.

E, su tutto, il silenzio. Un silenzio nuovo e indefinibile. Interrotto, di tanto in tanto, da un elicottero lontano. Da un aereo militare.
E tutti a comporre lo stesso pensiero, ma nessuno lo comunica, perché è banale: la sensazione di un'altra, più piccola, ma simile, guerra mondiale.
A intervalli regolari, solo il rumore delle ruspe; le braccia meccaniche, oltre i tetti sfondati, raspano nelle macerie, per poi fermarsi ex abrupto. Allora i vigili del fuoco riprendono a muoversi con cautela e fatica. E l'interruzione delle ruspe porta tutti sullo stesso, ossessivo concetto: ci sono altri morti. Perché pare tramontata l'idea di trovare i vivi. Così dicono i cani. Le rare volte che si parla, si parla delle unità cinofile. I cani, sono loro che "bonificano" le zone. Sono loro che, momentaneamente, stabiliscono e qualificano, in maniera affidabile e concreta, un'idea di speranza.

Frugano in mezzo alle macerie e odorano.
I vivi a lutto frugano in mezzo alle macerie e sprofondano nuovamente nell'intimità della gente, ma più in dettaglio questa volta. Una vicinanza scandalosa. Ed escono fuori vecchie cartelle della tombola, ecocardiogrammi, borse di donne anziane, scarpe spaiate, album fotografici di una felicità che pare preistorica e i volontari della protezione civile raccolgono tutto dentro enormi buste. Con un'accortezza commovente. Perché promette una parziale restituzione alla vita, una volta trovati i legittimi proprietari. E poi spunta un crocefisso da pochi soldi, uno di quelli che sormontano brutti letti matrimoniali. Un volontario raccatta dello spago e lo attacca ad un albero. La cosa non colpisce, non smuove nessuno. È un gesto che richiederebbe pensieri e interpretazioni simboliche appena più complesse, che nessuno è in grado né ha voglia di fare.

Ancora silenzio, fantasmagorico. C'è il silenzio di certe prime teatrali, un attimo prima che si apra il sipario. Anche i molti, con lo sguardo vacuo, e l'orecchio appeso al cellulare, sono muti. Telefonano, ma sembra che non parlino. E puoi anche dubitare che ascoltino. S'intuisce solo una serie ininterrotta, feroce, di squilli senza risposta.

Le persone sono tutte mute, eppure cortesi. C'è una gentilezza silenziosa. Come dovrebbe essere il mondo, anche lontano dalle tragedie.
Le ruspe attaccano e si fermano di nuovo. Si sente solo il motore acceso di un'ambulanza in attesa di niente. Non arriverà nessuno. Neanche la delusione. L'autista spegne il motore.

Nelle strade del centro storico, adiacenti a via XX settembre, un solo, sordido rumore, è spietato e incessante. Quello dell'acqua delle tubature divelte. Piccoli rivoli che scrosciano. Per poi perire, appena ci si allontana di pochi passi. È come un lento disgelo. Ma senza il candore della neve in montagna. Qui, quello che un tempo doveva essere immacolato e prezioso, è diventato residuo. Insensato e senza possibilità d'uso.
Dopo l'ennesimo silenzio, ancora il rumore della paura. Sono le 19 e 45 di martedì sette aprile. Una scossa violentissima. Scappano tutti. Poco dopo arriva un uomo con gli occhiali e dice che è stata trovata una ragazza sotto le macerie. Viva. Anche i cani sbagliano.

Paolo Sorrentino


mercoledì 8 aprile 2009

Marry Me



Directed by Michelle Lehman
Anno 2008
Durata: 6 minuti


P.s. Dategli uno sguardo, ne vale la pena solo per la pettinatura pornopunkbulgara del bambino

martedì 7 aprile 2009

Cinequiz 13

Scusate il ritardo.


Colgo anche l'occasione per informare i quattro sfigati che passano di qua, che anche Spino ha il suo Cinequiz!!!
Partecipate numerosi.
Oppure no.

domenica 5 aprile 2009

PornoDisney


Ma a Disneyland succedono queste cose??

mercoledì 1 aprile 2009

I Re de Roma

La mejo robba vista in televisone da quarche tempo a sta parte.
Per la cronaca stanne a preparà nantra serie.
Mo so cazzi.